Storie di Pomodori


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CA-NI-CI-NI-CA al RomaEuropaFestival 2023

Performance teatrale di e con Greta Tommesani e Federico Cicinelli

Greta Tommesani e Federico Cicinelli
con la collaborazione di Daniele Turconi
cura del movimento Beatrice Pozzi e Angela Piccinni
scene Rosita Vallefuoco
luci Raffella Vitiello
suono Jacopo Ruben Dell’Abate

Dopo la presentazione di un anno fa, nella serie Powered by REF, del lavoro in progress l’opera compiuta è stata presentata nei giorni 25 e 26 ottobre 2023 alla Pelanda dell’ex Mattatoio di Testaccio nell’ambito di RomaEuropaFestival 2023. Quando ha assistito alla presentazione, l’anno scorso, ero rimasto colpito dalla spontaneità e intelligenza di Greta Tommesani che ho poi avuto modo di conoscere durante tutto l’anno successivo avendo frequentato insieme a lei un Laboratorio teatrale durante il quale ha mostrato delle doti di attrice straordinarie, che la ponevano decisamente al di sopra degli altri partecipanti.

Lo spettacolo completo, andato in scena nei giorni scorsi mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Non riesco a parlare con il distacco dovuto essendo molto affezionato alla Greta del Laboratorio ma non l’ho ritrovata in questo spettacolo.

Prima di ogni altra cosa mi è sembrata molto tesa fin dall’inizio, molto preoccupata e non sciolta come la ricordavo, inoltre lo spettacolo alla fine è risultato essere uno dei tanti comizietti di cui il teatro è pieno, che non donano nulla ne allo spettatore né alla causa per cui questi spettacolini sono costruiti, penso a “Antigone in Amazonia” che aveva lo stesso stile pur essendo ben finanziato e gestito da una compagnia esperta quindi molto elegante ma sostanzialmente inutile.

L’oggetto della performance era la filiera del podoro, che per le sue caratteristiche schiaccia tutto il peso dei costi sul personale avventizio e stagionale, principalmente di extracomunitari che sono sottopagati per salvare i costi della distribuzione ad opera del “monopolio” della grande distribuzione (il S.I.M.?), che elimina i produttori indipendenti offrendo costi molto ridotti al consumatore.

Non mi metterò qui a sicutere la faccenda dal punto di vista politico, Greta che si è laureata in Cooperazione Internazionale con una tesi su questo stesso tema ne sa certo più di me, ma faccio fatica a capire la necessità di tradurre in spettacolo teatrale quella che, certamente è stata un’ottima tesi di Laurea e sarebbe stata un’ottima relazione a un convegno sul tema, ma non trova, va detto oltre ogni simpatia personale, esito artistico in una performance teatrale

La piece, dopo una parte introduttiva in cui Greta compie dei movimenti ripetuti con 4 pomodori durante i quali vengono mostrate delle diaposite che contengono del testo sull’argomento, inizia in maniera scherzosa con un colloquio fra i due protagonisti, che sembra un colloquio di assunzione per una pubblicità di una delle tanto deprecate multinazionali della salsa di pomodoro. La drammaticità cresce poi con un video in cui lei recita la parte di persone intervistate durante altri colloqui di lavoro e di un’indagine sociologica seguite dall’invito a mettere bombe o fare azioni armate per liberare i poveri lavoratori e i poveri prodotti lavorati. Si conclude con l’uscita dei due interpreti, dando voce alla salsa di pomodoro. Poi, come dopo “Antigone in Amazzonia”, tutti al bar a festeggiare la rivoluzione del pomodoro, chissà, magari con un bel Bloody Mary, fatto coi pomodori distrutti durante lo spettacolo.

Mi dispiace parlare in questo modo di una persona che stimo molto ma sono rimasto profondamente deluso e non posso fare a meno di dirlo.

Auguro a Greta di riuscire a liberarsi da questa fissa e mettersi a fare l’attrice che certamente è la cosa che le riesce meglio.

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