Un altro Orsini, quello buono


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Le Memorie di Ivan Karamazov al Teatro Vascello

A 89 anni, Umberto Orsini resta sicuramente uno degli ultimi protagonisti della stagione del “Grande Attore” che, lo si voglia o meno, rappresenta un momento molto alto della storia del teatro. In questa piece, in scena fino a domenica 22 ottobre, Umberto Orsini ripropone un suo personaggio risalente alla stagione lontana in cui la RAI faceva cultura ed educazione invece di proporre macchiette e guitti oltre a disinformare e a educare al sonno della ragione.

Per chi è vissuto nell’epoca d’oro di Bernabei in cui, comprendendo l’importanza di uno strumento come la televisione, l’unica stazione che trasmetteva produceva Corsi di alfabetizzazione, mattinate di corsi di vario genere per studenti, serate in cui si davano film, opere liriche, spettacoli teatrali, tutti registrati in studio e sceneggiati televisivi in cui venivano proposti i capolavori della letteratura mondiale, Umberto Orsini interpretò, fra l’altro, il personaggio, ambiguo e feroce di Ivan Karamazov, uno dei quattrofratelli protagonisti dell’immensa saga di Dostoevskij, insieme a Corrado Pani (Dmitrij), Carlo Simoni (Alëša), Antonio Salines (Smerdjakov) e l’indimenticabile Salvo Randone nella parte del padre Fëdor Pàvlovic Karamazov.

Orsini (quello buono) riprende il suo personaggio, i suoi fantasmi, la sua follia, ripercorre la discussione col fratello Smerdjakov che poi ucciderà il Padre, autoaccusandosi davanti a un immaginario tribunale di esssere stato il mandante, avendo spiegato al fratello assassino, un assassinio per cui a pagare sarà Dimitri, considerato colpevole per il modo di vita passato e presente, che l’uomo è libero di tutto e da tutto e può quindi compiere qualunque azione. Nel corso dello spettacolo una “macchina del tempo” ripropone in forma sonora una parte dello sceneggiato televisivo, un dialogo fra lui e il padre e la voce di Salvo Randone è riconoscibilissima.

E? un lungo monologo in cui, fra l’altro viene riproposto anche il famoso apologo del ritorno di Cristo in terra e del suo incontro col.Grande Inquisitore

Una grande prova d’artista, non un vanesio sgilinguagnolo ma con molti contenuti su cui riflettere.

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